Comunicato stampa

LA FONDAZIONE ENTE DELLO SPETTACOLO PRESENTA

IL DOCUMENTARIO DI SILVIA CHIODIN “CRISTINA – IL RACCONTO DI UNA MALATTIA”

 

Lunedì 4 settembre ore 13.30

Spazio FEdS (Sala Tropicana 1) Hotel Excelsior – Lido di Venezia

 

INTERVERRA’ LELLA COSTA

 

 

Lunedì 4 settembre alle ore 13.30, in occasione della 74. edizione della Mostra del Cinema Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia la Fondazione Ente dello Spettacolo, presenterà allo Spazio FEdS presso la Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior, il documentario "CRISTINA - il racconto di una malattia” prodotto e diretto da Silvia Chiodin. Verranno proiettati alcuni spezzoni del film e interverrà anche Lella Costa.

Cristina ha 53 anni e vive nei dintorni di Padova. La sua è una storia di successo, perché nonostante il passato segnato dalla sofferenza e dalla malattia psichiatrica grave – primo ricovero a 21 anni, attacchi di panico, autolesionismo, allucinazioni olfattive e uditive, tentativi di suicidio, diverse diagnosi e un legame ombelicale con quella che lei chiama “mamma psichiatria”, il calendario dei ricoveri è fermo al 2008 e oggi è quella che i suoi psichiatri definiscono una persona “guarita nella malattia”. Con la vita a casa, per Cristina è cominciata anche la scrittura di un libro: il diario della storia d’Amore cercata per tutta la vita, che è anche l’occasione per “mettere su carta” cosa sia (stata) la vita di una donna affetta da malattia psichiatrica che è stata anche alcolista e ha abusato di sostanze stupefacenti e di medicinali, ma alla fine ce l’ha fatta. Perché, come dice lei stessa, “… nessuno parla di malattia psichiatrica”.

CRISTINA - IL RACCONTO DI UNA MALATTIA è un documentario che nasce dalla lettura del libro “Non spegnere la luce - viaggio introspettivo in una psicosi” di Cristina Marcato. E’ la storia di un cambiamento; la storia di Cristina nel momento più importante della sua vita, e si sviluppa in 6 capitoli che sono nell’ordine:

 

  1. LA COMUNITÀ, l’ultima, quella che per lei è stata il luogo della svolta;
  2. I DOTTORI, che l’hanno seguita e con i quali ha individuato le “origini” della malattia in una violenza subita da bambina;
  3. STEFANO, che da piccolo non si era accorto di nulla, e da grande ha maturato la certezza di aver avuto la fortuna di essere suo fratello;
  4. VALENTINA, la figlia-miracolo, che non voleva essere come lei;
  5. SUPER MARCO, l’amore da favola incontrato nell’ultima comunità, come lei affetto da malattia psichiatrica, oggi suo marito;
  6. CRISTINA, lei stessa, che ha voluto raccontare la sua storia perché “… nessuno parla di malattia psichiatrica”.
  7. MONICA, l’amica ginecologa, che spiega come il diario di Cristina sia diventato libro, sia stato pubblicato (nei titoli di coda, a tutti gli effetti il 7° “non capitolo”).

Ogni capitolo è il racconto di uno spaccato di vita in rapporto alla relazione di chi parla con Cristina, con la sua malattia e con le diverse sfaccettature che questa ha preso nel tempo; è un diverso, specifico, punto di vista. Perché la storia di Cristina è necessariamente anche la storia del fratello che c’era sin dalle origini; della figlia, costretta suo malgrado a diventare madre ancor prima di partorire - la sua mamma; dei medici che non senza difficoltà l’hanno curata per oltre 30 anni; dei terapisti e degli operatori che l’hanno seguita nell’ultima comunità in un cammino che era del tutto nuovo anche per loro – fino all’arrivo di Cristina, la struttura ospitava soprattutto “reduci” dell’applicazione della famosa legge 180, persone molto più grandi di lei, con altre caratteristiche. Del marito, con una storia altrettanto pesante e complicata, passata in secondo piano se non per la capacità di specchiarsi negli occhi dell’amata e di riconoscerne la sofferenza, l’urgenza, i tempi.

L’intento è quello di rappresentare la consapevolezza che si va man mano formando, di (ri)costruire il passato e motivare il successo – inscindibilmente legati - attraverso le diverse sfaccettature che li compongono. Grazie alle testimonianze; per suggestioni, e senza volere essere esaustivi.

E’ un viaggio a tappe che si apre e si chiude con il libro: la lettura della prima pagina segna l’inizio del film; nei titoli di coda, invece, è raccontata la genesi che ha portato alla pubblicazione. E’ un racconto circolare che si avvale della straordinaria partecipazione di Lella Costa. L’attrice, con l’intensità e la delicatezza che la contraddistinguono, legge molte pagine del diario di Cristina che introducono, spiegano, sottolineano, anticipano o chiudono i vari argomenti. La sua voce è la voce di Cristina e la frequenza con cui la vediamo diminuisce con l’avvicinarsi dell’intervento della vera Cristina.

Perché Cristina è sì la protagonista del documentario, con la sua vita così travagliata e il suo incredibile successo personale, ma la vediamo solo alla fine. Prima vive nelle parole di chi la precede; nei ricordi e negli aneddoti che essi riportano, nelle loro descrizioni di passato e presente. Solo qualche foto presa a prestito dall’album di famiglia ci aiuta a contestualizzare, anche rispetto al suo aspetto fisico: lei bimba tra i compagni delle elementari, faccia tondetta e sorriso aperto, lei con la mamma che la stringe a se’ (forse la protegge??), lei bellissima adolescente (tanto bella e fiera da non lasciare spazio al minimo dubbio che fosse la vittima ahimè e non il carnefice!), lei giovane mamma innamorata della sua piccola, lei sorella sempre originale e poi lei finalmente moglie.

 

Per maggiori informazioni: www.cristinailracconto.com

 

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